venerdì 20 settembre 2013
venerdì 13 settembre 2013
Freshwater
Freshwater, 1860, giugno. Fuori dallo studio, tutti gli uccelli cantavano
come gli uccelli cantavano allora l'allodola, il tordo e il merlo.
Tutti insieme, tutto il giorno, cantavano nel giardino luminoso di
macchie di sole e, quando la luna si alzava nel cielo, dai ramoscelli
fruscianti gli usignoli lamentavano il loro eterno rammarico. Cosí i
fiori, in quell'insenatura tiepida di vento la malvarosa cresceva a
venti piedi o piú. E gli unici suoni che interrompevano la melodia della
Sonata al Chiaro di Luna erano lo sciabordio delle onde e il ronzio
delle api che si aprivano un passaggio nelle bocche alabastrine dei
gigli. (%%) Ogni cosa era diversa da come è oggi anche gli asini, e
anche i pesci. Cosí le botteghe, i vetri ricurvi e traslucidi
arrotondavano i cumuli di burro, e trattenevano fiumi di uova pronte a
cadere. Dai ganci oscillavano interi quarti di bue, rosee pancette di
maiale e pendevano ghirlande di salsicce. (%%) Belli com'erano, il
vecchio e la ragazza lui aveva afferrato un mantello da nostromo e si
era calcato in testa un sombrero, lei era vestita in morbido viola, una
perla le fermava al collo i volant di batista, nessuno attirava la loro
attenzione e loro non attiravano l'attenzione di nessuno. A Freshwater,
negli anni sessanta, tutto questo e altro, moltissimo altro, era vita
di ogni giorno, mero dato di fatto e semplice buon senso. E cosí, come
giovinezza e vecchiaia insieme, attraversavano il mercato del pesce,
passavano oltre l'ufficio postale e salivano per il ripido sentiero che
arrivava allora, come piú non arriva oggi, in cima alla scogliera di
Freshwater. Forse stavano in silenzio. A Freshwater nessuno parlava di
guerra e nessuno parlava di politica. L'impero era solido come una barra
d'oro in un mare d'argento. Nessun velo di vedova allungava ancora
l'ombra sui campi soleggiati d'Inghilterra. Il principe consorte stava
al fianco della Regina Vittoria. Era abbastanza per rimanere vivi, era
abbastanza per essere. Soltanto i corvi, dai boschi di Farringford,
piangevano e chiamavano. Piangevano e chiamavano «Maud, Maud, Maud». E
forse l'iterazione e la reiterazione delle loro estasi amorose alla
lunga rompevano il silenzio il silenzio del cuore, a voler essere
chiari, perché il mondo è vocale. Giú in spiaggia i mozzi strillavano,
gli zoccoli risuonavano sui ciottoli, le farfalle piroettavano come
foglie gialle nel vento. Alla lunga, il silenzio del cuore era stato
rotto. La notte prima, lei gli aveva detto, in giardino, sotto
l'eucalipto... aveva esitato... era arrossita... dopo molto aveva
balbettato «mi ha baciata...» e poi, come una vela in balía del vento
del Sud, aveva girato la testa. Era stata la confessione a far tornare
quel ricordo? Gli aveva riportato alla mente la giovinezza? Certo è che,
mentre salivano per il sentiero ripido, il guanto grigio di lei
poggiato sul braccio di lui, le aveva detto... le parole esatte si
devono immaginare. Le parole esatte si sono perdute. Ma l'emozione che
aveva provato echeggia ancora, ancora scuote i rami spogli sui quali
oggi si affollano i corvi. Lui parlava, lei ascoltava. «Quando avevo la
tua età...» aveva cominciato. E le aveva messo davanti, lí sul prato
verde smeraldo dove le margherite erano screziate di rosso, una scura
brughiera dello Yorkshire. Le aveva messo davanti, mentre i mozzi
strillavano e le allodole mulinavano, un silenzio smisurato e colline a
perdita d'occhio. Le aveva messo davanti un cavallo marchiato a fuoco in
una stalla, il tintinnio di un secchio sulla pietra, il muschio sui
capanni abbandonati, e se stesso, ragazzo.
Virginia Woolf, Freshwater
(traduzione di Chiara Valerio)
mercoledì 11 settembre 2013
venerdì 6 settembre 2013
Heaven
Sometimes I slide away
silently
I slowly lose myself
Over and over
Take comfort in my skin
endlessly
surrender to my will
forever and ever
I dissolve in trust
I will sing with joy
I will end up dust
I’m in heaven
I stand in golden rays
radiantly
I burn a fire of love
Over and over
Reflects in endless light
relentlessly
I have embraced the flame
forever and ever
I will scream the word
jump into the void
I will guide the heart
up to heaven
Depeche Mode
silently
I slowly lose myself
Over and over
Take comfort in my skin
endlessly
surrender to my will
forever and ever
I dissolve in trust
I will sing with joy
I will end up dust
I’m in heaven
I stand in golden rays
radiantly
I burn a fire of love
Over and over
Reflects in endless light
relentlessly
I have embraced the flame
forever and ever
I will scream the word
jump into the void
I will guide the heart
up to heaven
Depeche Mode
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