giovedì 25 febbraio 2010

La previsione di una vita

Provate a pensare cosa significherebbe se vi dicessero tutto ciò che vi accadrà nella vostra vita..se sapeste già cosa farete nella vita senza possibilità di cambiare gli eventi e come essa si spenderà, quando i momenti felici quelli tristi e la sua fine. Pensate se vi dicessero i nomi delle persone che vi accompagneranno, magari piu di uno prima di trovare o ritrovare quella più importante o che non ne trovete mai nessuna. Pensate di sapere come in un racconto la fine e il senso del vostro futuro. Cosa accadrebbe? Tutto perderebbe senso, niente avrebbe gusto nell'essere vissuto, svanirebbe ogni curiosità o ansia dell'attesa. Ecco che se avete gia rivelato il fine tutto il mezzo perde di valore, i momenti felici saranno più tenui perchè gia preannunciati e i tristi subìti con passività perchè preparati al loro venire, sapreste già se le persone che incontrerete saranno quelle che vi accompagneranno a lungo o solo passeggere e non avrete mai l'entusiasmo di una storia d'amore incognita. Tutta la vita intera sarebbe condizionata e spenta nell'attesa della fine preannunciata..Da tutto ciò quello che si può dedurre è che la vera vita è quella che ci passa accanto adesso, in questo istante, anche quando leggete queste righe, che ogni attimo va vissuto per il suo divenire senza sapere dove vi porterà ma con l'entusiasmo di viverlo. Cos'è la vita se non il progettare ed inseguire i propri sogni, cos'è la vita senza i sogni stessi. I racconti sono descrizioni di un passato immutabile pertanto se ci raccontassero la nostra vita diventerebbe all'improvviso un passato immutabile tutta essa stessa. Progettare invece significa sognare un futuro ignoto ma affascinante. Per me la vita deve essere un progetto, un sogno e si spende nella ricerca della sua realizzazione. Non voglio mai sapere il mio futuro, voglio sognarlo ed inseguirlo. Per quanto riguarda il mio passato, mi limiterò a raccontarlo con un sorriso tra le labbra. Non accontentiamoci, viviamo quello che ci fa sentire vivi.

Umberto Vassallo
(http://umbertovassallo.spaces.live.com/blog/cns!4ABC174ACF089E2B!4301.entry)

martedì 23 febbraio 2010

Alla mia età

Sono un grande falso mentre fingo l'allegria
sei il gran diffidente mentre fingi simpatia
come un terremoto in un deserto che
che crolla tutto e io son morto e nessun se n'è accorto
lo sanno tutti che in caso di pericolo si salva solo chi sa volare bene
quindi se escludi gli aviatori, falchi, nuvole, gli arei, aquile, e angeli rimani tu
ed io mi chiedo ora che farai
e nessuno ti verrà a salvare
complimenti per la vita da campione
insulti per l'errore di un rigore

e mi sento come chi sa piangere
ancora alla mia età
e ringrazio sempre chi sa piangere di notte alla mia età
e vita mia che mi hai dato tanto amore, gioia, dolore, tutto
ma grazie a chi sa sempre perdonare sulla porta alla mia età

certo che facile non è mai stato,
osservavo la vita come la osserva un cieco
perché ciò che hai detto può far male
però ciò che hai scritto può ferire per morire

e mi sento come chi sa piangere
ancora alla mia età
e ringrazio sempre chi sa piangere di notte alla mia età
e vita mia che mi hai dato tanto amore, gioia, dolore, tutto
ma grazie a chi sa sempre perdonare sulla porta alla mia età
e che la vita ti riservi ciò che serve, spero,
e piangerai per cose brutte e cose belle, spero,
senza rancore e che le tue paure siano pure
e l'allegria mancata poi diventi amore
anche se
e perché solamente il caos della retorica
confonde i gesti e le parole le modifica e
perché Dio mi ha suggerito che ti ho perdonato
e ciò che dice Lui l'ho ascoltato
di notte alla mia età
di notte alla mia età

Tiziano Ferro

Poster d'antan

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Qualche assaggio...


mercoledì 17 febbraio 2010

17 febbraio: giornata internazionale del gatto

Gatto che giochi per via
come se fosse il tuo letto,
invidio la sorte che è tua,
ché neppur sorte si chiama.
Buon servo di leggi fatali
che reggono i sassi e le genti,
hai istinti generali,
senti solo quel che senti;
sei felice perché sei come sei,
il tuo nulla è tutto tuo.
Io mi vedo e non mi ho,
mi conosco, e non sono io.

Fernando Pessoa

venerdì 5 febbraio 2010

Il mio oriente

Una vecchia calza
e sotto un fuoco di gatta
resto sveglia,
la befana cosa aspetta?

Una bambola nuova
mio padre che ci prova dormi già?
L 'orto per lavarsi
il fiato nelle mani per asciugarsi
e l'odore di minestra
e i ghiaccioli appesi fuori alla
finestra.

C'era la piazza
ed era piena di uomini
di canti di chiesa del Corpus Domini
di pipe di vecchi nati sulle panche
di sguardi ad occhi bassi
di donne stanche
mentre il sole accendeva
le camicie di festa...
e noi che stavamo...
chiusi, chiusi
e com'era bello stare
ad occhi chiusi
freschi di biciclette e panni stesi
ad asciugare al sole
chiusi, chiusi
e ci sentivamo
vivi, vivi
remando sopra tetti di mattini
pieni di giorni immensi
e giorni come vuoti di cortili
tu che mi stringevi il cuore
ed eravamo vivi.

E d'estate nei campi si sentiva cantare
e antichi tamtam venivano dal mare
ed io bambina davo il seno
alla mia bambola di stracci
nelle braccia già di un treno
che lasciava dietro un cielo da dimenticare
mia nonna che mi dava il cuore delle rondini
"un giorno dovrai andare".

Nuda di lacrime lasciavo il mio oriente
senza parole nuda per la mia gente
ciotole d'ambra sotto lune d'avorio
lune di palme sulla terra di ionio
terra dove il cielo ha seminato stelle
miele di Grecia nella mia pelle
Chiusi, chiusi
e com'era bello andare ad occhi chiusi
a quale civiltà ci siamo arresi
chiusi, chiusi
e ci sentivamo
vivi, vivi
dov'era il mondo quando tu non c'eri?
Vivi in mezzo a milioni di persone
aperti non so dove
azzurri come un sabato
se è vero che ci vuole.

(Na nininè ti do la craunè
Na nininè ti do la craunè
Na nininè ti do la craunè
na ninina ninina.)
Signore mio fa
scurì le stelle
questa è la notte
di rubbà le donne

Chiusi, chiusi
e ci sentivamo
vivi, vivi
remando sopra tetti di mattini
pieni di giorni immensi e odor di legna e di camini
belli come Dio, amore mio
noi eravamo vivi…


Mia Martini

martedì 2 febbraio 2010