giovedì 8 aprile 2010

L'ultima onda

Un uomo stava lì nel suo sonno pesante,
un ronzio d'api lo cullava,
un vento scalpitante nitriva alla finestra,
tra foglie e fogli galoppava

La mano di una donna, sfiorando la sua spalla
discretamente lo svegliava,
era un sogno davvero, era davvero bella
mentre negli occhi lo guardava

E adesso stava lì accanto alla ragazza
montando il vento a briglia sciolta,
ma che razza di uomo, ma che uomo di razza,
che cavaliere di una volta

I gabbiani lanciano coltelli al sole che sprofonda
lentamente in mare, fino all'indaco dell'ultima onda,
lui che tutto questo ancora non lo aveva visto
stava sulla spiaggia a naso in su vicino a lei

Seduta sulla luna soffiava ad una ad una
tutte le stelle su di lui;
ridevano di tutto, fino a tirar mattina,
dimenticando i tempi bui

Il pavimento e il tetto eran la terra e il cielo
e le stagioni l'orologio,
niente faceva male, l'inverno era gentile,
fioccava neve adagio adagio

E' meglio aver paura che non aver coraggio,
chissà se un giorno imparerai
a riconoscermi, a chiedermi un passaggio
e in quali trappole cadrai

I gabbiani lanciano coltelli al sole che sprofonda
lentamente in mare, fino all'indaco dell'ultima onda,
lui che tutto questo ancora non lo aveva visto
stava sulla spiaggia a naso in su vicino a lei

Forse fra mille anni cavalcherai ancora
un vento imprevedibile,
sarai un soldato umile, senza fissa dimora,
agile, forte e fragile

Ma io starò al tuo fianco, questa è la mia ragione,
tu sai che fartene di me,
sarò il tuo paio d'ali oppure il tuo bastone,
stammi vicino adesso che

I gabbiani lanciano coltelli al sole che sprofonda
lentamente in mare, fino all'indaco dell'ultima onda,
lui che tutto questo ancora non lo aveva visto
stava sulla spiaggia a naso in su vicino a lei

Sulutumana