mercoledì 24 ottobre 2012

Interpretazioni e percezioni

Le note sono lì. Uguali per tutti. Come le montagne e la fotografia: sono lì, uguali per tutti. Poi c’è chi le percepisce, le vive, le sente in modi al di fuori del normale e poi le interpreta, facendole proprie, sui tasti di un pianoforte o dentro il pozzetto di una macchina fotografica. E lo fa al di sopra di tutti, pur – sia chiaro -  facendosi ben comprendere da tutti. Ma volando lassù, dove nessuno potrà mai arrivare. Perchè baciato da Dio. E questa sua interpretazione ci racconterà tutta la sua storia, la sua infanzia, il suo sentire, il suo talento, i suoi sacrifici, la sua anima, la sua cultura, la sua passione, la sua struggente vena artistica e la sua più colorita creatività.
Basterà un suo solo tocco, il primo, su un solo tasto, una sola nota, come un solo scatto, una sola fotografia che ci trapassi l’anima, per farci entrare in tutto ciò che lui è, in tutto ciò che lui sente. Seppur per poco. E il corpo… a seguire e modulare le emozioni… contorcendosi per la sofferenza di sentirsi quasi prigioniero di se stesso,  invece di poter andare oltre la propria fisicità e fondersi in quel qualcosa di assolutamente più Elevato che il suo essere privilegiato gli fa percepire. Una tastiera davanti, una nota da suonare e a seguire tutte le altre. Una fotografia potente e fragorosa come una cascata di bosco  o tenebrosa e terrificante come un temporale in arrivo a mezza parete. Per entrare con lui nell’incanto di un mondo che è oltre ciò che siamo,  ma che grazie a lui possiamo comunque vivere.
Le note sono lì. Uguali per tutti. Come le montagne e la fotografia: sono lì, uguali per tutti. Lasciamo che i grandi ci tocchino con la loro Anima. Che sia musica o fotografia sarà sempre un incredibile, profondo viaggio in noi stessi.

Alberto Bregani
(http://albertobregani.wordpress.com/2010/10/24/interpretazioni-e-percezioni/)

giovedì 18 ottobre 2012

Mare

A te ritorno, mare, al gusto forte
del sale che mi porta in bocca il vento,
al tuo chiarore, a questa sorte
che mi fu data di scordar la morte
pure sapendo che la vita è un niente.


A te ritorno, mare, corpo disteso,
al tuo poter di pace e di tormenta,
al clamor di dio incatenato,
di terra femminile circondato,
schiavo della tua stessa libertà.

A te ritorno, mare, come chi sa
da questa tua lezione trar profitto.
E prima che la vita mi finisca,
con tutta l’acqua che la terra accoglie
in volontà mutata, armato il petto.


- Josè Saramago

martedì 16 ottobre 2012

Salita del Monte Carmelo

Per giungere a gustare il tutto, non cercare il gusto in niente.
Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere qualche cosa in niente.
Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai.
Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei.
Quando ti fermi su qualche cosa,
tralasci di slanciarti verso il tutto.
E quando tu giunga ad avere il tutto,
devi possederlo senza voler niente,
poiché se tu vuoi possedere qualche cosa del tutto,
non hai il tuo solo tesoro in Dio.

San Giovanni della Croce - Salita del Monte Carmelo, libro I, cap. 13.
"Leggeva. E così si regalava quello che la vita gli negava."
Paola Felice

lunedì 1 ottobre 2012

Solitudine


Chissà com’è che ti ammali di solitudine sempre quando sei in mezzo a tanta gente e la mente si spegne, se ne vorrebbe andare mentre continui a parlare.
E tu sai che nessuno si accorge che tu in fondo non ci sei.
(M. Bisotti)