martedì 25 novembre 2008

Sentire

Sentire tutto in tutte le maniere,
vivere tutto da tutte le parti,
essere la stessa cosa in tutti i modi possibili allo stesso tempo...

Fernando Pessoa, Una sola molitudine

Pensando

Pensando, mi sono creato eco e abisso.

Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares

domenica 23 novembre 2008

Because the night (perchè la notte)

Take me now baby here as I am
Pull me close try and understand
Desire is hunger is the fire I breathe
Love is a banquet on which we feed
Come on now try and understand
The way I feel under your command
Come take my hand as the sun descends
You can touch me now
Can touch me now
Can touch me now

Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to love
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to us

Have I doubt when I'm alone
Love is a ring,the telephone
Love is an angel disguised as lust
Here in my bed 'til the morning comes

Come on now try and understand
The way I feel under your command
Come take my hand as the sun descends
You can touch me now
Can touch me now
Can touch me now

Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to love
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to us

Patty Smith

Prendimi adesso baby qui come sono
Stringimi forte, prova a capire
Il desiderio è forte è il fuoco che respiro
L'amore è un banchetto sul quale ci sfamiamo

Avanti ora prova a capire
Come mi sento quando sono nelle tue mani
Prendi la mia mano, vieni al riparo
Loro non possono ferirti ora
Non possono ferirti ora non possono ferirti ora
Perché la notte appartiene agli amanti
Perché la notte appartiene al desiderio
Perché la notte appartiene agli amanti
Perché la notte appartiene a noi

Ho dubbi quando sono sola
L'amore è uno squillo, il telefono
L'amore è un angelo travestito come desiderio
Qui nel nostro letto finché mattino arriva
Avanti adesso prova a capire
Come mi sento sotto il tuo comando
Prendi la mia mano mentre il sole tramonta
Loro non possono toccarti ora
non possono toccarti ora, non possono toccarti ora
perché la notte appartiene agli amanti

Con l'amore dormiamo
Con dubbio il circolo vizioso
Gira e brucia
Senza di te non posso vivere
Perdona, questo desiderio acceso
Io credo che sia ora, troppo vero di sentire
Cosi toccami ora, toccami ora, toccami ora
Perché la notte appartiene agli amanti

Perché stanotte ci sono due amanti
Se crediamo nella notte, ci fidiamo
Perché stanotte ci sono due amanti……

Luce e vento

Amanti
a volte teneri, volubili,
violenti e passionali.
Plasmano la materia
dandole forma, spessore,
presenza e bellezza.

Lame taglienti di luce.
Gelido vento che scolpisce, pulisce, svuota.

Le montagne ... un dettaglio.
La nostra traccia ... un'inutile presenza.

da: http://www.orme-tv.splinder.com/post/7375286/LUCE+E+VENTO

giovedì 20 novembre 2008

Sto lavorando sodo per preparare il mio prossimo errore

(B. Brecht)

mercoledì 19 novembre 2008

La magia delle mani

Di nuovo, nel pieno fervore di qualche lavoro, le loro mani si avvicinavano e, posato sul pavimento quello che portavano, restavano l'una nell'altra, e un impeto di annebbiante, invincibile tenerezza li disarmava. Di nuovo, rimanevano senza fare nulla e tutto scappava loro di mente. Di nuovo, trascorrevano i minuti, formavano ore e si faceva tardi, e tutti e die con spavento tornavano in sè, ricordandosi di Kàten'ka lasciata senza sorveglianza, o del cavallo a cui non era stato dato da mangiare e da bere, e si buttavano a riguadagnare il tempo perduto e riparare le dimenticanze, tormentati dall'improvviso rimorso.

Borìs Pasternàk - Il dottor Zivago

martedì 18 novembre 2008

De Amicitia

E un adolescente disse: Parlaci dell'Amicizia.
E lui rispose dicendo:
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
È il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
È la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.

Quando l'amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall'amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito.
Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.

E il meglio di voi sia per l'amico vostro.
Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.


Kahlil Gibran

venerdì 14 novembre 2008

il senso della vita

Ogni vita è una storia senza lieto fine, perché la morte vince sempre. Quello che è importante è vivere fino in fondo determinate esperienze che possono dare un senso all'intera esistenza.

Una doppia iniziazione
Intervista a Philippe Besson
autore di Un amico di Marcel Proust
dal sito www.infinitestorie.it
[http://www.infinitestorie.it/frames.speciali/speciali.asp?ID=348]

giovedì 13 novembre 2008

La consapevolezza della straordinarietà dell'amore

Il loro era un grande amore. Ma tutti amano senza accorgersi della straordinarietà del loro sentimento. Per loro invece, e in questo erano una rarità, gli istanti in cui, come un alito d'eternità, nella loro condannata esistenza umana sopravveniva il fremito della passione, costituivano momenti di rivelazione e di un nuovo approfondimento di se stessi della vita.

Borìs Pasternàk - Il dottor Zivago

mercoledì 12 novembre 2008

Chi muore (Ode alla vita)

“… Lentamente muore chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore ed ai sentimenti …”

(da “Chi Muore (Ode alla vita)” di P. Neruda)

martedì 11 novembre 2008

"L’amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi".



Bill Parrish: Tu ami Drew? ….Tu ami Drew?
Susan Parrish: Vuoi dire come tu amavi la mamma?
B: Dimentica me e la mamma. Intendi sposarlo?
S: E’ probabile.
B: Ascolta, vado pazzo per quel ragazzo, è intelligente, intraprendente, potrebbe portare la Parrish Communications nel ventunesimo secolo, e me con lei.
S: Mmh-mhm, allora cos’è che non va?
B: Vale per me, io sto parlando di te. Non è quello che dici di Drew, è quello che non dici.
S: Forse non ascolti.
B: Oh si, invece. Non un ombra di trasalimento, un bisbiglio di eccitazione; questo rapporto ha la stessa passione di una coppia di nibbi reali. Voglio che qualcuno ti travolga, voglio, voglio che tu leviti, voglio che tu canti con rapimento e danzi come un derviscio.
S: Ah, tutto qua?
B: Sì, abbi una felicità delirante, o almeno non respingerla.
S: Va bene. ”Abbi una felicità delirante” vedrò, vedrò di fare il possibile..
B: Lo so che ti suona smielato, ma l’amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. Io ti dico: “Buttati a capofitto, trova qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera”. Come trovarlo? Beh, dimentica il cervello e ascolta il cuore. Io non sento il tuo cuore. Perchè la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo; fare il viaggio e non innamorarsi profondamente, beh, equivale a non vivere. Ma devi tentare, perché se non hai tentato, non hai mai vissuto.
S: Bravo!
B: Ah, sei una dura.
S: Scusami, d’ accordo, dimmelo di nuovo, ma stavolta la versione breve.
B: Va bene: non respingere. Chi lo sa? Esiste il colpo di fulmine? Sì?
S: Sì.

Dal film Vi presento "Joe Black"

lunedì 10 novembre 2008

Preghiera dei Titani

Gli dèi non hanno figura né volto
se non quelli che impone un Dio,
tessono incanti coi fili impalpabili
dei silenzi dove stanno avvolti,
numerosi come grani di spighe,
chiusi oltre il tempo da soglie invisibili,
le albe hanno i loro sorrisi
vasti, contornati di rose,
le dita ardenti dei cieli al tramonto
sono le loro, tinte di porpora;
nelle notti danzano lievi
lungo i sentieri, con tocco segreto
versano torce di macchie lunari,
quiete e lume ai passanti,
hanno in dono oceani di musiche,
la visione che libera il canto,
e quando in un battito d’ali
i loro occhi chiari o bruniti
volgono in fiamma, e sono tremendi,
è perché un Dio lo comanda,
è perché compiano quel volere.
Ma noi Titani stiamo raccolti
sotto un peso di pietra e d’ombra
ribattendo sulle nostre incudini
una sostanza che è senza dolcezza,
una materia che non ha alcun dono,
dura, inquieta, che agita i sogni
lucidi e veri di chi rimpiange,
non sapendo, il respiro degli attimi
dove ogni forma del mondo appare
folgorata da una luce semplice
e riposa nello spazio aperto,
e matura nello sguardo limpido
che non preme sui confini del mondo
per esistere, sguardo che ascolta
l’ala e l’abbraccio delle albe terrestri
oscillanti sulle schiume leggere
fra le palpebre ancora sperse
nei sentieri del sonno, e i profili
vibranti dei giunchi sfogliati
nel torpore d’oro-silenzio
di un’estate, e il gorgo fiammante
dell’incendio che insanguina il cuore
dei crepuscoli feriti dai gelsi,
teatri di lotte sospese,
e il blu-argento calmo e profondo
germogliante costellazioni
come iridi, come fiaccole sparse
nelle case scure dei boschi;
ma il Dio non è mai benevolo,
è il Dio implacabile che non concede,
è il Dio chiuso che non sostiene,
è il Dio assente che nega il suo gesto,
non perché non ci ami,
ma perché a noi spetta conoscere
il tempo cieco e senza respiro,
lo spazio vacuo che non fiorisce,
e i nostri passi rincorrono
un tempo pieno, che libera il tempo,
che avvolge la terra e il cielo,
il possibile e l’impossibile
in un unico, vasto diamante
sfolgorante di mille facce
che, infinite, sono una soltanto,
ma un altro tempo ci inchioda
alla carne dei nostri corpi,
al confine dei nostri volti
dove ogni segno è quel segno,
dove ogni solco è scavato per sempre...
un Titano ha voce di vento,
ma in segreto ha questa preghiera:

Gli dèi non hanno figura né volto
se non quelli che impone un Dio;
ma, Dio che non sei benevolo,
non sostieni, neghi il tuo gesto,
fa’ che nel più nudo istante
gli dèi scendano e scendano
nelle nostre celle notturne,
nei deserti freddi di vento,
fa’ che scendano e scendano
nelle case vuote di sole,
dona loro il volto e la forma
della nostra consolazione”.


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Da Idioti nell’ombra, di Danilo Bramati, pp. 36-38 © 2001, Moretti&Vitali Editore Srl