Di nuovo, nel pieno fervore di qualche lavoro, le loro mani si avvicinavano e, posato sul pavimento quello che portavano, restavano l'una nell'altra, e un impeto di annebbiante, invincibile tenerezza li disarmava. Di nuovo, rimanevano senza fare nulla e tutto scappava loro di mente. Di nuovo, trascorrevano i minuti, formavano ore e si faceva tardi, e tutti e die con spavento tornavano in sè, ricordandosi di Kàten'ka lasciata senza sorveglianza, o del cavallo a cui non era stato dato da mangiare e da bere, e si buttavano a riguadagnare il tempo perduto e riparare le dimenticanze, tormentati dall'improvviso rimorso.
Borìs Pasternàk - Il dottor Zivago