mercoledì 19 novembre 2008

La magia delle mani

Di nuovo, nel pieno fervore di qualche lavoro, le loro mani si avvicinavano e, posato sul pavimento quello che portavano, restavano l'una nell'altra, e un impeto di annebbiante, invincibile tenerezza li disarmava. Di nuovo, rimanevano senza fare nulla e tutto scappava loro di mente. Di nuovo, trascorrevano i minuti, formavano ore e si faceva tardi, e tutti e die con spavento tornavano in sè, ricordandosi di Kàten'ka lasciata senza sorveglianza, o del cavallo a cui non era stato dato da mangiare e da bere, e si buttavano a riguadagnare il tempo perduto e riparare le dimenticanze, tormentati dall'improvviso rimorso.

Borìs Pasternàk - Il dottor Zivago