L'individuo appare per un istante, raggiunge la comunità di pensiero, la modifica e muore; ma la specie, che non muore, raccoglie i frutti della sua effimera esistenza.
[...]
Un uomo è la storia dei suoi respiri e pensieri, azioni, atomi e ferite, amori, indifferenze e antipatie; nonchè della sua razza e nazione, del suolo che ha nutrito lui e i suoi avi, di pietre e sabbia dei suoi luoghi famigliari, battaglie spente da tempo e conflitti di coscienza, di sorrisi di fanciulle e lento discorrere di vecchie, degli accidenti e dell'agire graduale della legge inesorabile, di tutto questo e di altro ancora, una singola fiamma che obbedisce in tutto alle leggi che regolano il Fuoco stesso, e tuttavia è accesa e smorzata da in un istante all'altro, e non può più essere riaccesa per tutti i secoli a venire.
Philippe Besson - Un amico di Marcel Proust
mercoledì 7 luglio 2010
martedì 6 luglio 2010
domenica 4 luglio 2010
Tutto più chiaro che qui
È tutta stesa al sole, vecchio,
questa vecchia storia.
Tutta nelle tue gambe,
e nella tua memoria.
Che hai visto il Tevere quand'era giovane,
che si poteva nuotare,
che hai visto il cielo quand'era libero,
che si poteva guardare.
E hai visto l'aquila volare.
Io da qui vedo il cielo inchiodato alla terra,
e la terra attraversata da gente di malaffare,
e vedo i ladri vantarsi e gli innocenti tremare,
vedo i ladri vantarsi e gli innocenti tremare.
Ma tu, dimmi che cosa vedi adesso tu?
Che adesso quasi non ci vedi più.
Dimmi che cosa vedi tu da lì.
Dimmi che è tutto più chiaro che qui,
tutto più chiaro che qui.
E dimmi che potrò capire,
e dimmi che potrò sapere,
e dimmi che potrò vedere,
un giorno anch'io così,
tutto più chiaro che qui.
Anch'io così, tutto più chiaro che qui,
tutto più chiaro che qui.
È tutta stesa al sole,
questa vecchia storia,
tutta sulle tue spalle, vecchio,
e sulla tua parola.
Che hai visto piovere sulle rovine,
e le montagne crollare
e hai visto il sangue e le stelle alpine
e la neve bruciare.
E hai visto l'aquila volare.
Io da qui vedo uomini caduti per terra
e nessuno fermarsi a guardare.
E gli innocenti contendersi e gli assassini ballare
e gli innocenti corrompersi e gli assassini brindare.
Ma tu, dimmi che cosa vedi adesso tu?
Che adesso quasi non ci vedi più.
Dimmi che cosa vedi tu da lì.
Dimmi che è tutto più chiaro che qui,
tutto più chiaro che qui.
E dimmi che potrò capire,
e dimmi che potrò sapere,
e dimmi che potrò vedere,
un giorno anch'io così,
tutto più chiaro che qui.
Anch'io così, tutto più chiaro che qui,
tutto più chiaro che qui.
Francesco De Gregori
questa vecchia storia.
Tutta nelle tue gambe,
e nella tua memoria.
Che hai visto il Tevere quand'era giovane,
che si poteva nuotare,
che hai visto il cielo quand'era libero,
che si poteva guardare.
E hai visto l'aquila volare.
Io da qui vedo il cielo inchiodato alla terra,
e la terra attraversata da gente di malaffare,
e vedo i ladri vantarsi e gli innocenti tremare,
vedo i ladri vantarsi e gli innocenti tremare.
Ma tu, dimmi che cosa vedi adesso tu?
Che adesso quasi non ci vedi più.
Dimmi che cosa vedi tu da lì.
Dimmi che è tutto più chiaro che qui,
tutto più chiaro che qui.
E dimmi che potrò capire,
e dimmi che potrò sapere,
e dimmi che potrò vedere,
un giorno anch'io così,
tutto più chiaro che qui.
Anch'io così, tutto più chiaro che qui,
tutto più chiaro che qui.
È tutta stesa al sole,
questa vecchia storia,
tutta sulle tue spalle, vecchio,
e sulla tua parola.
Che hai visto piovere sulle rovine,
e le montagne crollare
e hai visto il sangue e le stelle alpine
e la neve bruciare.
E hai visto l'aquila volare.
Io da qui vedo uomini caduti per terra
e nessuno fermarsi a guardare.
E gli innocenti contendersi e gli assassini ballare
e gli innocenti corrompersi e gli assassini brindare.
Ma tu, dimmi che cosa vedi adesso tu?
Che adesso quasi non ci vedi più.
Dimmi che cosa vedi tu da lì.
Dimmi che è tutto più chiaro che qui,
tutto più chiaro che qui.
E dimmi che potrò capire,
e dimmi che potrò sapere,
e dimmi che potrò vedere,
un giorno anch'io così,
tutto più chiaro che qui.
Anch'io così, tutto più chiaro che qui,
tutto più chiaro che qui.
Francesco De Gregori
giovedì 1 luglio 2010
Attori e funamboli
Ci sono due specie di persone.
Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono.
E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita.
Ci sono gli attori.
E ci sono i funamboli.
Maxence Fermine - Neve
Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono.
E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita.
Ci sono gli attori.
E ci sono i funamboli.
Maxence Fermine - Neve
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