mercoledì 7 settembre 2011

Dov'è la realtà? dove il fantasma?

Costruire castelli di carta e, quando il vento soffia, scoprire che non hanno fondamenta.
Vivere in torri d'avorio, in rocche scolpite nella roccia millenaria, destinata a resistere alle stagioni e alle intemperie e non trovarci dentro nulla di famigliare e rassicurante.
L'eterna lotta tra la realtà e il sogno, o peggio, l'eterna schermaglia tra le mille verità percepite da occhi sempre autentici ma interpretate da cervelli diversamente cogitanti.

"A chi credere dei due? Chi è il pazzo? Dov’è la realtà? dove il fantasma?"
(Luigi Pirandello, La signora Frola e il signor Ponza)

Ma se la realtà non sta matematicamente nel mezzo, quale metro di giudizio ci resta?
Quale bussola nel mare della vita?
E, soprattutto, perchè esiste quell'innata tensione verso l'assoluto, se non ci è dato di discernerlo?
Sulle alte cime, dove l'aria pura ci rende quasi perfetti o nella melodia che diventita battito del cuore, o nell'occhio che diventa protagonista di un racconto, nell'immedesimarsi in una vicenda o in un sentimento altrui che pare scritto da noi, si può abbassare questa febbre di sentire. Forse.