giovedì 8 gennaio 2009

Io che porto d'amor l'alto vessillo

Io che porto d'amor l'alto vessillo,
Gelate ho spene e gli desir cuocenti:
A un tempo triemo, agghiaccio, ardo e sfavillo,
Son muto, e colmo il ciel de strida ardenti:
Dal cor scintillo, e dagli occhi acqua stillo;
E vivo e muoio e fo riso e lamenti:
Son vive l'acqui, e l'incendio non more,
Ché a gli occhi ho Teti, ed ho Vulcan al core,
Altr'amo, odio me stesso;
Ma s'io m'impiumo, altri si cangia in sasso;
Poggi'altr'al cielo, s'io mi ripogno al basso;
Sempre altri fugge, s'io seguir non cesso;
S'io chiamo, non risponde;
E quant'io cerco più, più mi s'asconde.

Giordano Bruno - De gli eroici furori