Forse che dorme, raggiando, la luna
un suo bel sonno candido falcato
tra le mollezze del sen tuo gigliato?
Io non la ho vista sorger da più notti;
ed a te, curva nel raccoglier l'ago,
ieri sfuggian più raggi dal sen vago.
Ond'io son fatto amante de la luna
e la invoco al seren e a la fortuna.
Severino Ferrari