sabato 3 settembre 2011

Ritorno

Dalla cornice dell'abbaino parlo a quello spicchio di luna che, mentre impallidisce il mio volto, illumina anche il mio mare a chilometri di distanza.
Ascolto "Talking to the moon" di Bruno Mars come un canone in crescendo, con la stessa intensità dei miei palpiti, e a ripetizione, ubriacata da questo cortocircuito musicale che segue la concitazione dei miei pensieri in inarrestabile elaborazione e mi domando se anche i miei vicini si stiano chiedendo se sono pazza.
Quella canzone è la colonna sonora perfetta di questa malinconia che non so scacciare, felice in qualche modo di farmi travolgere dai suoi spasmi, che solo vivendo posso percepire come una fase dolorosamente necessaria.
Il tempo si srotola e sfugge, passano i minuti, forse le ore, scorrono i pensieri e le emozioni di queste settimane, la consapevolezza del non ritorno e la certezza che qualcosa è cambiato, il rimpianto per ogni istante vissuto davvero.
Avverto chiara la voglia di ricominciare da questa nuova presa di coscienza, ma non riesco a liberarmi dal nostalgico desiderio di rivivere ogni istante.
Un velo di lacrime avvolge il mio cuore, con potenza inversamente proporzionale a quanto i miei occhi non sappiano piangere e mi chiedo se la commozione sia quella suscitata da un tramonto o da una nuova alba.
Aspetto il sonno come una panacea, ma non mi illudo se dico che sarà solo un placebo.
Che fantastica storia è la vita!